Silvano Gallon


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In questa pagina le mie raccolte poetiche accompagnate da alcune presentazioni,

 

da alcuni premi e da alcune fotografie.

 

Nella pagina IPE, la storia dell'Incontro Poetico d'Europa

 

e la mia partecipazione alle manifestazioni poetiche.

 

Desidero, prima della mia poesia

,

ricordare quei "poeti" vincitori della Corona d'Oro di Struga

 

che, forse, assieme ai tanti altri conosciuti in quella città

 

mi hanno spinto verso la scrittura in versi

 

ma anche Yves Bonnefoi, Lu Yuan, e tanti altri,

 

incontrati dapprima come turista in quel parco e poi come poeta partecipante nel 2006 e nel 2008.

 

 

Edoardo Sanguineti e Nancy Morejon  

 

 

   

    Fatos Arapi e Adonis

 

 

 

RACCOLTE PUBBLICATE

 

 

 

 

 

      

 

 

 

   

 

      

 

       

 

 

            

 

 

 

 

 

TRADUZIONI

 

 

in inglese, cinese, macedone, albanese, francese, rumeno, serbo, lettone,

 

pubblicate in diversi volumi e riviste culturali:

 

 

       

 

 

       

 

 

 

 

 

Omaggio a Maria di Magdala


 

IPE Editore,  Frosinone, 2023

 

 

 

 

 

 

ISBN 978-88-941449--

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La paura di perdere Gesù

 

IPE Editore,  Frosinone, 2023

 

 

 

 

 

 

ISBN 978-88-941449-6-3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

75° Anniversario

 

     

 

IPE Editore,  Frosinone, 2021

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 ISBN 978-88-941449-5-6

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vecchio... Ormai!...

 

     

 

IPE Editore,  Frosinone, 2020

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 ISBN 978-88-941449-4-9

 

 

 

 

 

 Il presente libro, “Vecchio… Ormai!...”, è l’ultima parte della trilogia in lode di Aurora, il suo grande e unico amore,

come annuncia l’autore stesso nel risvolto a p. 4 di copertina.

Vecchio…Ormai!...” è la coronazione dei due precedenti volumi intitolati “L’aurora mia, l’Aurora nostra” e “Lettera alla mia Aurora”.

Tutti e tre li ho letti come un Cantico dei cantici dell'amore coniugale, un moderno canzoniere, come un’elegia di morte e nel contempo un inno alla virtù,

alla solidarietà umana e alla speranza, come un florilegio sapienziale, un breviario per laici.

Ho rivissuto così anche le tappe della nostra amicizia, sbocciata ai tempi in cui Silvano e Aurora operavano presso il Consolato d’Italia a Coira nei Grigioni;

amicizia più che mai viva e feconda malgrado la lontananza e il lungo tempo passato..

Cantare le lodi di Aurora è dunque lo scopo dichiarato del libro, e ad esso Silvano tende con ogni fibra del suo essere.

Lei è il sole intorno al quale tutto gira, è fonte di indicibile felicità per oltre cinquant’anni di vita.

Aurora è donna nel senso più completo e fulgido della parola.

È appagamento dei sensi e dei desideri, splendida ragazza, fidanzata, sposa, madre, compagna, accorta padrona di casa. Nel contempo è fedele consigliera, custode di ogni virtù.

Tutto concorre alla sua esaltazione: il luogo d’origine con gli incontri e i primi baci, il sacramento del matrimonio,

i luoghi del peregrinare in vari continenti al servizio del prossimo senza discriminazione di lingua, di razza e di religione;

i figli stessi e il loro luogo di nascita, Lusaka e Amsterdam; l’ammirazione e la venerazione degli amici, degli assistiti e beneficati con i loro doni diligentemente conservati,

come l’immagine che orna il risvolto della copertina del presente volume, un ritratto di “Donna con Bambino”, omaggio di un’umile donnetta macedone.

Tutto glorifica Aurora: la natura, il sole, la luna e le stelle, il vento, la pioggia, la terra con i suoi fiori colorati, frutti ed erba come in un novello cantico francescano.

Aurora è regina della casa e del giardino in Via Scifelli a Ceccano, il frutto del loro onesto lavoro, il porto agognato dopo tanto vagare in terre lontane.

In particolare il giardino è teatro delle loro effusioni d’amore, dei loro progetti e sogni per il resto della vita,

dove il loro indefesso percorso di ricerca del bene si corona con l’ordinazione diaconale di Silvano.

Il luogo ideale per prepararsi insieme all’ultimo grande viaggio, un paradiso terrestre, un autentico presagio del paradiso celeste.

Ma un brutto inverno il sole d’Aurora si spegne gettando Silvano nella più cupa tristezza e solitudine che lo inducono a desiderare null’altro che la morte.

Il paradiso terreno esacerba il ricordo del tempo felice.

Al dolore lancinante della perdita si aggiunge l’avanzare dell’età con il suo accompagnamento di insonnie,

di acciacchi e debolezze che una persona meno sincera si guarderebbe dal confessare:

le paure, gli incubi, l’inconsolabile pianto, il ricorso per quanto moderato alla grappa, la più antica panacea contadina e montanara buona per tutti i mali.

Si aggiungono sensi di colpa, scrupoli per non averla saputa salvare

 E come se questo non bastasse, subentra infine il coronavirus che inasprisce l’isolamento e l’abbandono,

e impedisce a Silvano anche l’espletamento della sua missione diaconale, la gratificante visita agli ammalati all’ospedale.

Sull’orlo della disperazione egli si salva con la preghiera, l’esercizio delle virtù, e soprattutto con il sogno e la speranza di passare dall’umano al divino, dal tempo all’eterno,

di ricongiungersi con lei in Cielo e di continuare lassù lo stupendo connubio iniziato in terra: «l’amore è forte come la morte!».

Aurora diventa così strumento di salvezza e di elevazione a Dio non meno delle più sublimi donne cantate dai Poeti.

Questo è il filo rosso che pervade l’intera trilogia:

una struttura archetipica di tesi (grande felicità con Aurora), antitesi (grande infelicità senza Aurora), sintesi (felicità perfetta grazie al ricongiungimento con lei).

Una struttura che innerva anche un gran numero di singole liriche che prendono le mosse da un ricordo, da un fatto contingente, felice o infelice che sia,

per approdare alla visione beatificante nella gloria dei cieli.

Ma non è tutto: alla fine del terzo volume, “Vecchio… Ormai!...”, grazie a una profonda maturazione in virtù delle sofferenze, pandemia compresa,

il sogno beatificante del futuro rincontro si illumina dell’accettazione coraggiosa del calvario presente come servizio a Dio e al prossimo.

La grande consolazione, lo strumento con cui Silvano celebra nella gioia e nel dolore le lodi di Aurora è dunque la poesia.

Tutto, anche il pianto si trasforma in poesia nel senso più nobile del termine.

Quello di Silvano è un linguaggio senza ombra di nebulosità, intessuto di ricche figure poetiche, in particolare di metafore, sinestesie e ossimori.

La sua è poesia discorsiva, comprensibilissima, limpida come acqua di fonte, moderna: versi liberi dotati di un proprio ritmo interiore, ricorso ad accorgimenti grafici come il corsivo, la sostituzione quasi totale dell’interpunzione con gli spazi bianchi nelle liriche, la rinuncia alla rima e alle maiuscole, la configurazione dello scritto sulla pagina.

Una poesia fragrante di profumi, squillante di colori, forme, ricca di luci e ombre, sonora di suoni e silenzi e di raffinati riecheggiamenti letterari.

Tutto concorre alla gloria di Aurora: i testi introduttivi, che non esito a definire prosa d’arte e fungono da commento, le poesie che sono spesso preghiere,

le fotografie di cui alcuni testi sono disseminati a testimonianza delle tappe della loro vita.

Prose e liriche, quasi sempre sulle pagine pari, disegnano sul foglio forme che non posso fare a meno di interpretare come altari, calici, cibori o fiori da intendere come omaggi, preghiere, suppliche e ringraziamenti alla sua Musa e in definitiva al suo Creatore.

Liriche disposte a bandiera, sempre sulle pagine dispari, quasi a esprimere l’incoercibile tensione alla perfezione.

Caro Silvano, in un’epoca contraddittoria come quella che stiamo vivendo, nessuna donna che io sappia è stata amata e cantata con tanta fedeltà, forza e delicatezza quanto Aurora.

Che la certezza di aver raggiunto il tuo obiettivo possa contribuire ad allontanare da te il calice del dolore e ad addolcire il tempo che ancora ti separa dal tuo bene.       

 Massimo Lardi

.

 

 

 

 

LETTERA ALLA MIA AURORA

 

     

 

IPE Editore,  Frosinone, 2019

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 ISBN 978-88-941449-2-5

 

 

 

 

 

Ci siamo sposati il 25 gennaio 1970 nella Chiesa della Madonna delle Grazie a Frosinone, con mamma molto devota a San Gerardo, in pieno inverno, ambedue giovanissimi - Aurora poco più che ventenne e io ventitreenne - tutto in fretta perché destinati all’Africa. Il viaggio di nozze è stato goduto a Firenze, accompagnati nel soggiorno con amicizia e familiarità dai genitori di Simonetta, Antonietta e Vittorio, coinquilini nel palazzo a stella di via Marittima.

Dopo cinque mesi di rinvii per motivi di servizio, il 17 giugno siamo partiti per la Zambia, rimanendovi fino all’autunno del 1973 (4319 Jacaranda road, 109 Emmasdale, 4350 Sekou Touré). Trasferiti a Amsterdam (Gijsbrecht von Ijselsteinstraat 45), dove è nata Samantha il 2 giugno 1975 (Delfo era nato a Lusaka il 14 gennaio 1971), siamo passati a Teheran (Boustan 9th 44) nel settembre 1977 vivendo a pieno la rivoluzione iraniana fino all’ottobre 1980, con alcuni sequestri individuali e a coppia. Inviati a Bruxelles, vi abbiamo vissuto cinque anni (ave. Alphonse XIII 51a); nell’ottobre 1985 è iniziata la missione a Buenos Aires (Saturnino Segurola 1374, Vicente Lopez e Tapiales 1936, Olivos) dove abbiamo gustato con gioia l’emigrazione italiana fino al gennaio 1990. Dopo meno di due anni in Italia, nell’ottobre 1991 siamo stati trasferiti a Coira (Rheinstrasse 145 e Ausstrasse 26) e poi, nel giugno 1996, a Skopje nella neo-Repubblica di Macedonia (M. Vostanicka 124 e Bld. Avnoj). Rientrati in Italia nel gennaio 2002, un anno dopo, con la pensione, ci siamo stabiliti nella nuova casa costruita in campagna a Ceccano, lasciando quella paterna di Frosinone in via Casilina nord.

 

È un libro magnifico, un Cantico.

Con estrema delicatezza cominci dando la parola a S. Agostino e a vari libri della Bibbia

che esprimono l'essenza del tuo pensiero.

È un magnifico romanzo epistolare, autobiografico, arricchito di uno stupendo canzoniere,

e di dati precisi di diario, del più puro, autentico amore coniugale.

Non voglio fare inopportuni paragoni, ti dico solo  che Aurora può essere fiera di te.

E sono convinto che l'amore che ti ha ispirato queste pagine

ti darà anche l'energia e la forza di continuare la tua lotta contro la solitudine e lo scoraggiamento. Te lo auguro di cuore e ti sono vicino nella preghiera.

La "Lettera alla mia Aurora" mi porta anche un messaggio speciale.

È un monito ad apprezzare più coscientemente l'ineffabile dono

di essere ancora insieme alla mia Vera dopo 52 anni di matrimonio.

Un aiuto a godere più coscientemente di questo privilegio.

Spero che anche la pubblicazione di questo magnifico libro

possa contribuire a sollevare il tuo morale e prego che,

in attesa di ricongiungerti con Aurora,

tu possa ancora ritrovare la gioia di vivere per poterti dedicare al tuo prezioso volontariato.

(Professor Massimo Lardi)

 

 

 

 

 

 

AUGEAT SEMPER

 

     

 

IPE Editore,  Frosinone, 2016

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 ISBN 978-88-941449-0-1

 

 

 

 

 

 

Con questa raccolta di poesie legata al soggiorno alla clinica Maugeri di Montescano in occasione della malattia dell’adorata moglie Aurora,

 

Silvano Gallon segna un vero e proprio spartiacque tra le dimensioni del prima e quelle del dopo.

 

Come in un antica elegia, danzano le stagioni della vita, i passaggi d’età, i mondi vissuti nell’amore e nel dolore.

 

Tra le stanze della locanda e quelle delle clinica c’è la specularità del riparo e dell’esposizione, un chiaroscuro fatto di corpi disfatti eppure sacri.

 

Il confronto continuo con la morte disvela la precarietà del ricordo, anche di fronte a un amore imperituro.

 

È proprio in queste pieghe che Silvano Gallon viene inondato dal mistero della fede che tramuta tutto il vissuto in un mondo da rivivere,

 

seppure trasfigurato dalla preghiera.

 

L’unica condizione che ci permette di entrare in modo non disperato nel mistero del dolore e della speranza.

 

I luoghi veri dell’anima di Silvano Gallon.

Biagio Cacciola

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

Fogli dispersi o d'imbarazzo di un giardino pieno di voci

 

 

     

 

IPE Editore,  Frosinone, 2014

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 ISBN 978-88-903253-8-0

 

 

 

 

 

 

 

 

Nell’invito che Silvano ci ha trasmesso, traspare, in estrema sintesi, lo spirito con cui ha inteso organizzare questo significativo incontro:

 

 cioè offrendoci la sua ultima raccolta poetica  riuniti in un’agape fraterna con lo scopo di parlare insieme, in maniera del tutto amichevole e confidenziale, di poesia:

 

argomento affascinante, elevato, fantastico sul quale ognuno dei presenti può liberamente intervenire con riflessioni e argomentazioni del tutto personali.

 

Non a caso abbiamo l’onore di avere tra noi insigni ed illustri poeti e scrittori la cui partecipazione rappresenta un qualificato e qualificante valore aggiunto

 

al fine di comprendere al meglio il significato della poesia e la funzione che la stessa esercita nel farsi leggere, ricordare e meditare.

 

Vorrei ricordare Gëzim Hajdari, considerato uno dei maggiori poeti viventi contemporanei: nato in Albania Vive in Italia e risiede a Frosinone dal 1993; Angelo

 

Pettofrezza:

 

scrittore e poeta autore di raccolte poetiche e libri; Carlo Cristofanilli: uno dei più apprezzati storici della nostra Provincia.

 

Personalmente amo molto leggere poesie e spesso rileggere anche i capolavori dei grandi poeti del passato cercando ogni volta di soffermarmi volutamente su alcuni versi

 

che in particolar modo hanno suscitato e suscitano in me specifiche emozioni, sensazioni e sentimenti estremamente intimi e personali.

 

Ed è proprio questa, a mio avviso,  la grandezza del testo poetico cioè quella di avere l’alta funzione nel farsi leggere, ricordare, meditare

 

e far viaggiare l’immaginazione sulla spinta delle emozioni e delle immagini che suscita.

 

pertanto quando un poeta  riesce a trasmettere i valori che prova guardando il mondo esterno, anche a uno solo degli altri uomini avrà raggiunto la sua funzione.

 

E la funzione fantastica della poesia, a mio avviso, è quella di aprirci una via di evasione dalla monotona realtà quotidiana grigia e talvolta dolorosa.

 

E in senso figurativo mi riferisco alla poesia di un tramonto, alla poesia di un fiore, alla poesia di un amore, alla poesia di una grande gioia e talvolta anche di un

 

inevitabile dolore.

 

Io credo che nulla è di meglio della poesia per esprimere la complessità di rapporto tra realtà esterna e realtà interiore e Silvano in questa sua ultima opera,

 

che ci offre oggi  con amore fraterno, dal Titolo  “ Fogli dispersi o d’imbarazzo di un giardino pieno di voci “

 

esprime una realtà interiore fatta di voci e suoni che riecheggiano dal passato o da un vissuto recente , librandosi in questo scrigno di suggestioni

 

– rappresentato da questo incantevole giardino - straordinaria fonte ispiratrice per Silvano.

 

Fortunatamente nei momenti critici che sconvolgono la vita c’è qualcosa dentro di noi che cerca in tutti i modi di tirarci su  e questa si chiama speranza.

 

La speranza vive in ognuno di noi, nei nostri cuori nel posto più remoto dei nostri sentimenti.

 

Spesso però viene allontanata e respinta per il dolore, per l’ angoscia e finisce molto spesso  per smarrirci.

 

Ma noi non possiamo vivere senza speranza perché la speranza ci trasmette allegria, gioia, serenità e altre qualità che ci danno la forza di vivere

 

nella certezza che dopo un avvenimento doloroso c’è sempre uno che rianima il cuore.

 

E a proposito di speranza vorrei concludere questo mio breve intervento leggendovi una poesia contenuta in questa raccolta poetica di Silvano

 

che ritengo particolarmente significativa: quale brigante

 

 

                                                 Ennio Serra, moderatore dell'incontro di presentazione della raccolta (28 settembre 2014, nel mio giardino)

 

 

 

 

Mercoledì 3 settembre 2014 ore 9,20

 

  Isola del  Liri- Bar Facchini

 

   Silvano Gallon-Vincenzo Bianchi

 

 

 Pensavo di arrivare in anticipo all’appuntamento che avevo dato a Silvano il giorno prima per telefono e invece,

 

( anche se ora è in pensione), la malattia cronica della puntualità è sempre vigile nel suo pensiero

.

Felici d’incontrarci dopo un periodo di tempo pieno di varie difficoltà di salute che ci siamo raccontate vicendevolmente

,

Silvano estrae da una piccola busta una bozza di un libricino sulla cui prima pagina c’è un disegno “La caduta dell’Angelo ribelle” che io avevo realizzato molto tempo fa

 

 e una scritta “Fogli dispersi o d’imbarazzo di un giardino pieno di voci”

.

Silvano dice : -Vincenzo, devi farmi  una prefazione – Di rimando (per l’affetto e il rispetto che ho per Silvano e Aurora) ho risposto:

 

 - Contento tu! Dopo che avrò letto le tue poesie, ti manderò la mia  prefazione sui tuoi pensieri poetici-

 

Sin dalla prima pagina il mio pensiero, volando come una farfalla nel tuo “giardino pieno di voci” che solo l’orecchio del poeta riesce a captare,

 

si è posato sulla parola “ mastika” facendomi apparire nello specchio del mio immaginario il suo colore (bianco-nuvola).

 

La parola mastika, sospinta dal vento dei ricordi , mi rimanda ad una sera di agosto nel bosco dei poeti a Struga quando, alzando il bicchiere verso il cielo

 

 tu, Aurora e gli amici poeti, le cui orme restano impresse nel mio cuore, brindammo all’Infinito senza confini di Giacomo Leopardi…

 

                                                  …il tempo passa e si trasforma in eco…

 

                                                  …il giardino dei ricordi…

 

                                                  …allieta la nostra solitudine…

 

                                                  …mentre il coro muto degli spiriti felici…

 

                                                  …si rivela nell’onda del profumo dei fiori…

 

                                                  …trasmettendo armonia…

 

                                                  …la luce genera la materia…

 

                                                  …sulla punta della penna….

 

                                                              …del poeta…

 

                                                  …mentre l’amplesso del suo respiro…

 

                                                  …fa nascere il tempo dell’amore…

 

                                                     

                                               Caro Silvano, i tuoi pensieri poetici mi hanno generato questo scritto

 

                                                                                                            Con affetto

 

                                                                                                           Vincenzo Bianchi

 

 

 

 

 

 

 

Raccolta "Fogli dispersi o d'imbarazzo di un giardino pieno di voci"

 

La poesia di Silvano Gallon sorge dalla vita quotidiana, dalle cose che lo circondano quotidianamente.

 

L’alba, il giardino, la strada, il buio, le ombre, la luce, il verso del merlo, i passi dei passanti, il verde, le stagioni, le voci della collina ciociara, lo scorrere del tempo,

 

sono alcuni elementi con i quali egli colloquia e si interroga sulla propria vita e sul senso dell’esistenza

.

Silvano è il cantore della quotidianità, è la voce di tutti giorni. Sono versi che celebrano la memoria del percorso umano e la ferita dell’ Essere

.

Amore e gioia, dolori e tormenti, addii e speranze percorrono le pagine del libro, dalla prima all’ultima; tutto si svolge in un silenzio quasi misericordioso, senza enfasi.

 

      Il dolore struggente dei versi del poeta feriscono il lettore rimanendo per sempre nella sua memoria.

 

L’intimità del linguaggio e la sacralità della parola fanno di questa raccolta un poema di preghiere e salvezza.

 

Leggendo i testi della nuova raccolta, ci rendiamo conto che ciò che rimane nella vita di un uomo sono proprio i ricordi di un tempo, le radici, gli affetti, i profumi

 

campestri, tutto il resto non è altro che fatica, abisso, vanità. L’unica coscienza che non ci abbandona mai durante il viaggio terreno, è la nostra ombra;

 

un fuoco inesorabile brucia le attese, i sogni, le speranze, le conoscenze, i solitudini, le ferite, gli addii, inebriandoci con la brezza dell’eternità.

 

E’ per questo che il poeta non si sazia di respirare la vita, per non morire mai.

                                                                                                            Gëzim Hajdari

 

 

 

 

Presentato nel mio giardino

 

domenica 28 settembre 2014

 

 

 

 

cliccare sulla copertina (qui sopra) per accedere

alle fotografie della presentazione

 

 

 

 

   

 

     

 

      

Il mio giardino che accoglie gli amici

 

 

 

 

 

*

 

 

... La Neve

 

     

 

IPE Editore,  Frosinone, 2012

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 ISBN 978-88-903253-6-6

 

 

 

 

 

 

 

 

Come consuetudine, nel mese di maggio (2012) si sono susseguite alcune riunioni nel mio giardino,

 

durante le quali  sono stati presentati i pensieri scritti nei giorni 2, 3 e 4 febbraio

 

sotto quei 73 centimetri di neve che hanno isolato le case ed i paesi della Ciociaria.

 

 Quell’inattesa nevicata d’inizio febbraio, ci ha costretto a riscoprire una vita

 

privata dell’energia elettrica, del riscaldamento, del telefono, dell’auto:

 

solamente il freezer, quasi subito sostituito da depositi nella neve, presentava abbastanza scorte da consumare!

 

Cinque giorni in cui noi in famiglia abbiamo riscoperto il camino, il silenzio ed il riposo “forzato”

 

in una stanza dalle cui finestre si cercava di scorgere quello che succedeva all’esterno,

 

con previsioni all’inizio ottimistiche ma, col passare dei giorni, sempre più pessimistiche.

 

 In quelle poche lunghe ore, con una matita ed alcuni fogli, ho annotato le mie sensazioni,

 

osservando, ricordando, meditando

.

Queste sedici pagine con brevi riflessioni e descrizioni

 

sono dedicate “agli amici” che hanno portato gioia nel giardino e che vorranno ancora tornare ad incontrarmi; per loro questo semplice messaggio:

 

 

 

 

 

PREMIO INTERNAZIONALE "Pace, Fede e Progresso"

 

 

ANMIL, Ventotene – 27 maggio 2012

 

 

"A Silvano Gallon quale riconoscimento alla Sua attività umanitaria e al Suo costante impegno per la diffusione della cultura,

 

poiché nei Suoi scritti, nelle Sue poesie e nella semplicità della Sua vita

 

sono racchiusi i valori di tutto ciò che è amore per la Pace, essenza della Fede e impegno per il progresso"

 

 

 

 

     

 

 

 

   

 

 

 

 

 

 

 

Offerto nel mio giardino

 

in primavera - estate 2012

 

 

 

   

 

 

 

    

 

 

 

    

 

 

 

 

 

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Detelnika bo kamen

 

     

 

Matiza Makedonska Editore,  Skopje, 2011

 

 

 

Poesie di Jon Deaconescu, Vincenzo Bianchi, Silvano Gallon

 

in lingua macedone

 

 

 

 

 

 

 

 ISBN 608-10-0157-1

 

 

 

 

 

Presentato a Skopje il 28 settembre 2011

 

 

 

 

 

 

 

 

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X Anniversario

 

 

dell'Addio alla Macedonia nel 50° delle Serate Poetiche di Struga 

 

     

 

in italiano - macedone - albanese - inglese - tedesco - spagnolo - francese

 

 

 

Ipe Editore,  Frosinone, 2011

 

 

Presentazione di Xhemi Hajredini e Radica Nikodinovska

 

 

 

 

 

 

 

 

 ISBN 978-88-903253-4-2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"Le poesie del poeta Silvano Gallon s’irradiano impregnate di un calore veramente straordinario.

 

Per lui la poesia è terra, firmamento, fuoco, vento, pioggia,

 

 pietra, canna, fiume, pesce, fiore, olive, una concreta realtà collocata in un mondo magico a volte colmo di luci e di ombre.

 

Nei suoi versi scopriamo un

 

poeta contemplatore e sognatore che non nasconde le proprie emozioni dinanzi alle meraviglie della natura,

 

un poeta che parla anche della gioia e del dolore

 

 dell’esistenza umana, del suo rapporto con la fede, ma anche l’uomo di un impegno morale e civile sempre coerente nel corso della sua vita.

 

Mentre leggiamo le poesie di Silvano Gallon seguiamo praticamente la sua stessa linea della vita, il suo stesso cammino.

 

Dalla frequente irruzione del ricordo che lo porta alle sue radici e lo tiene radicato alla terra natia, nonostante i suoi lunghi soggiorni all’estero per via della

 

 sua vita professionale, si evince che egli attinge molto alla propria storia personale.

 

Gli amanti della poesia che visitano il mondo del poeta Silvano Gallon non possono rimanere indifferenti dinanzi alla potenza dei suoi versi."

 

(Radica Nikodinovsha)

 

 

Поезиите на авторот Силвано Галон зрачат со огромна топлина. За него поезија е земјата, небесата, огнот, ветрот, дождот, каменот, трската, реката,

 

 рибата, цвеќето, маслинките, една конкретна реалност вмeтната во волшебен свет на светлина и сенки. Во неговите стихови откриваме

 

 контемплативен поет и сонувач  кој не ги крие своите емоции пред чудесата на природата, поет кој зборува за радоста и за болката на човечкото

 

 постоење, за неговит однос кон верата, но и човек со доседна морална и граѓанска ангажираност во текот на целиот негов живот.

 

Додека ги читаме поезиите на Силвано Галон ја гледаме всушност неговата линија на животот, неговиот животен пат. Од честиот наплив на спомени

 

 кој го враќа на неговите корени и цврсто го држи во неговата родна земја, и покрај долгите отсуства поради неговиот професионален живот, може

 

 да се заклучи дека тој црпи многу од неговата лична животна приказна.

 

Љубителите на поезијата кои го посетуваат поетскиот свет на Силвано Галон не можат да останат рамнодушни на моќта на неговите стихови.

 

(Radica Nikodinovsha)

 

 

Dopo di una vita intensa in diplomazia, dopo un impegno di considerazione alle amministrazioni dell'Ambasciate d’Italia in Zambia, Paesi Bassi, Iran, Belgio,

 

 Argentina, Svizzera e infine in Macedonia, Silvano Gallon ritorna con tranquillità alla poesia del cuore e dell'anima.

 

Forse "un peccato" per gettarlo nel mondo della poesia, lo può avere anche la mia città situata sulle rive del lago ed del fiume Drini i Zi,

 

 la citta’ dei Festivals e delle Serate di Poesia.

 

Il poeta Silvano Gallon e’ catturato così tanto dalla mia città di Struga, che scrive con passione anche di ciotoli e canneti del lago. La

 

 sua poesia è piena di emozioni e di amore per la pace e l'amicizia; attraverso i suoi versi ricorda ogni dettaglio 

 

che ha entusiasmato i suoi passi diafani del cuore.

 

Come  diplomatico, ha sempre cercato la conciliazione anche tra i popoli della Macedonia,  ora come poeta, tramite i versi insiste sulla convinzione che la

 

 poesia deve essere per tutti ed ha chiesto anche la traduzione nelle lingue della città multietnica di Struga.

 

Silvano Gallon è un poeta pacifista, altruista, poeta del cuore che soffre, che guarisce gli altri.

 

(Xhemi Hajredini)

 

 

Pas një jete intensive në diplomaci, pas një angazhimi të stërngarkuar në administratat e amabasadave italiane në Zambi, Holandë, Iran, Belgjikë, Argjentinë,

 

Zvicër dhe më në fund në Maqedoni,

 

Silvano Gallon i kthehet qetësisht poezisë së zemrës dhe të shpirtit.

 

Ndoshta “një mëkat” për tu hedhur në botën e fjalës së bukur mund të ketë edhe qyteti im buzëdrinas, Struga e festivaleve, Struga e mbrëmjeve të poezisë.

 

Poetin Silvano Gallon e ka mahnitur aq shumë qyteti im i Strugës saqë ai me pasion shkruan edhe për guralecat dhe kallamishtet e liqenit.

 

Poezia e tij është plot emocion e dashuri për paqë e miqësi. Ai nëpërmjhet vargjeve të tij kujton çdo detaj që ka ngacmuar hapat e brishta të zemrës së tij.

 

Edhe si diplomat përpiqej t’i pajtonte

 

 popujt në Maqedoni, tani edhe si poet duke shkruar poezi, duke insistuar gjithashtu që poezia e tij të jetë e përkthyer edhe në gjuhët e qytetit multietnik të

 

Strugës.

 

Silvano Gallon është poet pacifist, altruist, poet i zemrës që lëngon e të tjerët i shëron.   

 

(Xhemi Hajredini)

 

 

 

 

 

Presentato a Skopje il 29 settembre 2011

 

Presentato a Struga durante il 50° Festival Internazione di Poesia

 

   

 

 

Struga, agosto 2011

 

 

 

 

*

 

 

 

 

Colloca(u)zione Provvisoria

 

 

     

 

Ipe Editore,  Frosinone, 2011

 

 

Prefazione del Prof. Riccardo Campa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 ISBN 978-88-903253-3-5

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"I volti antichi del cielo compendiano le vibrazioni dell'aria, nelle quali la semplice testimonianza si coniuga con la preghiera.

 

Un'ode sottaciuta allo sgomento di fronte al creato, a quelle energie latenti nell'universo,

 

che soggiogano l'immaginazione e propiziano il pensiero.

 

L'elegia invade come un tornado la evocazione di lembi di benessere, sottratti alla logica esponenziale della quotidianità"

 

(Tito Cauchi, presidente Premio Nazionale Leandro Polverini, 2014)

 

 

 

"I volti antichi del cielo compendiano le vibrazioni dell’aria, nelle quali la semplice testimonianza si coniuga con la preghiera.

 

La poesia di Silvano Gallon

 

 è un’ode sottaciuta allo sgomento di fronte al creato, a quelle energie latenti nell’universo,

che soggiogano l’immaginazione e propiziano il pensiero.

L’elegia invade come un tornado la evocazione di lembi di benessere, sottratti alla logica esponenziale della quotidianità:

«mi distrae un soffio di malinconia / quando la donna stanca / m’invita al fuoco del camino / tra carbone e fumo».

Gli odori svolgono una costante ostensiva delle rapsodiche apocalittiche constatazioni,

rese evidenti dalla silenziosa peregrinazione delle cose:

 «non scoppietta il fuoco del camino / nella notte degli angeli vestiti di neve / sulla soglia della mia casa, / con un rosmarino tra le mani, / un groppo stringe la gola / al suono di una lontana cornamusa / che tra rare pecore / risale a valle».

La contemplazione pervade come un ossimoro tutta la descrizione assolutoria dell’esistenza, lasciando presagire una sorta di beatitudine, che sarebbe irridente se non fosse preconizzata da una imperscrutabile determinazione:

 «senza consolazione / osservo la mia ombra, / sguardo fisso / d’uno spirito errante / che scopre e ricopre / vecchi fantasmi». L’itinerario dell’esistenza è scandito dagli abbrivi della coscienza, che si placa nel desiderio: «tremano le foglie del tempo dissacrato / e l’immobile regale upupa / grigia sul ramo della magnolia / rapisce il mio mesto cammino»

L’incessante partecipazione degli esseri al convivio sociale li esonera dall’essere conseguenti:

«nascondono il loro volto / trattengono le loro mani / aperte e tese / inaridite e crespe come erba secca». Il dolore sorregge il ricordo al punto da raccordare, «alle sei del mattino», «un cinguettio d’armonia» con «il fischiettio di mio padre». L’empito delle circostanze staziona, come un sortilegio, nel transito delle evenienze e delle intemperanze".

 

(Riccardo Campa, 2010)

 

 

 

 

 

Presentato a Frosinone nella Villa Comunale (13 aprile 2011)

 

 

 

 

    

 

 

 

    

 

 

 

          

 

  

 

 

Nell’ambito della Settimana della Cultura di Frosinone, la raccolta è stata presentata alla Villa Comunale di Frosinone da Biagio Cacciola e da Gezim Hajdari;

 

sono intervenuti l’assessore provinciale al Turismo Massimo Ruspandini, e l’assessore del Comune di Ceccano Giulio Conti

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Silenzio a due voci

 

 

silence à deux voix

 

 

 

con Laura Minnelli

 

 

Ipe Editore, Frosinone

 

 

Alain Baudry et C.ie , Paris

 

 

2009

 

 

 

 

 ISBN 978-88-903253-2-8

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"La fenêtre du monde.


Voilà une poésie du cœur, de notre cœur, à l’aube du troisième millénaire.

 
Je m’y retrouve parfaitement, comme si j’avais revu mes terres d’enfance, mon village, mes collines, les eaux de mes torrents.

 
Chez Laura Minnelli et Silvano Gallon, la musique du silence nous ouvre l’arrière-pays des sentiments,

 

le sens d’émerveillement d’être au monde, la beauté de la vie.


Sur les traces d’une phrase de François Cheng, nous apprenons que la “Beauté est une rencontre”,

 

en un lieu où nous nous dénudons, pour révéler notre moi et nos désirs.

 

Laura et Silvano ouvrent la fenêtre du monde, et ils le regardent de leurs yeux de poètes de la simplicité, pour sourire à la mémoire du Temps, dans la

 

passion des jours qui

 

s’écoulent, l’esprit ouvert sur la joie et sur le sens de la Vérité.


Nous entendons les pas de la rue, les battements des cœurs, la brillance des étoiles, la splendeur d’un fil d’herbe, et nous aimons, de notre passion au clair

 

de lune,

 

comme un moineau sur uncerisier.


Avec ces deux poètes, j’ai cherché l’eau de la source, et je l’ai trouvée. La tristesse s’est au fur et à mesure enfuie.

 

Ces deux voix du silence sont les voix de notre moi, et des longs chemins qui

 

 nous ont conduits jusqu’ici, et qui nous conduiront vers le soleil, demain et à l’avenir.


De temps à autre, quelques personnages de la mémoire se montrent sur la scène, pour nous confirmer la route d’un nouveau jour, et ouvrir le balcon à l’aurore,

 

sous la pluie ou en plein soleil,par le vent de l’univers.

 
La fatigue s’estompe. L’âme se console. Le désert s’éloigne.


De loin, nous entendons le sourire des fleurs et des arbres, des oliviers et des myrtes, du blé et de la moisson, dont le parfum s’élargit jusqu’à Paris,

 

entre la Ciociaria, cette magnifique région del’Italie centrale, et la Ville-Lumière.


Nous apprenons que Dieu lui-même demande le soleil, que le rêve est le chemin de notre vie, que nous nous engageons dans l’espérance,

 

que les mots suivent l’harmonie de la rose et que le

 

 meilleur abri est celui de l’horizon, de la liberté et des palpitations de notre être.

 
Dans les poèmes de Laura et Silvano, il y a une magie de lumière, qui guérit tout désert et toute angoisse, par l’amour, le doigt pointé sur la vérité,

 

à travers la voix du silence, laquelle nous rappelle que "tous les hommes sont frères".

 
La couleur des étoiles nous apparaît là-haut, dans la liberté du ciel. Et même si nous restons confus, un halo de nostalgie de pèlerins nous sauve à jamais,

 

en nous conduisant dans l’outre-lieu,notre lieu, au cours merveilleux de toute notre vie, hier, aujourd’hui et demain."


(Giovanni Dotoli, Université de Bari, le 25 mai 2009)
 


"La finestra del mondo


Ecco una poesia del cuore, del nostro cuore, in questo inizio del terzo millennio.


Mi ci riconosco perfettamente, come se avessi rivisto la mia terra d’infanzia, il mio villaggio, le mie colline, le acque dei miei torrenti.


In Laura Minnelli e Silvano Gallon, la musica del silenzio ci apre il paese nascosto dei sentimenti, il senso di meraviglia di essere al mondo, la bellezza della vita.


Sulle tracce di una frase di François Cheng, apprendiamo che la “Bellezza è un incontro”, in un luogo in cui ci denudiamo, per rivelare il nostro io e i nostri desideri.


Laura e Silvano aprono la finestra del mondo, e lo guardano con i loro occhi di poeti della semplicità, per sorridere alla memoria del Tempo,

 

nella passione dei giorni che scorrono, la mente apertaalla gioia e al senso della Verità.


Ascoltiamo i passi della strada, i battiti dei cuori, la brillantezza delle stelle, lo splendore d’un filo d’erba, e amiamo, con la nostra passione al chiar di luna,

 

come un passero su un ciliegio.


Con questi due poeti, ho cercato l’acqua della sorgente, e l’ho trovata. La tristezza si è via via allontanata.

 

Queste due voci del silenzio sono le voci del nostro io, e del lungo viaggio che ci ha

 

portato fino ad oggi, e che ci condurrà verso il sole, domani e in futuro.


Di tanto in tanto, qualche personaggio della memoria appare sulla scena, per confermarci la rotta di un nuovo giorno, e aprire il balcone all’aurora,

 

sotto la pioggia o in pieno sole, nel vento dell’universo.


La stanchezza scompare. L’anima si consola. Il deserto si allontana.


Di lontano, sentiamo il sorriso dei fiori e degli alberi, degli ulivi e dei mirti, del grano e della mietitura, il cui profumo giunge fino a Parigi,

 

tra la Ciociaria, questa magnifica regione dell’Italia centrale, e la Ville-Lumière.


Apprendiamo che anche Dio chiede il sole, che il sogno è il cammino della nostra vita, che c’impegniamo nella speranza,

 

che le parole seguono l’armonia della rosa e che il miglior riparo è quello dell’orizzonte, della libertà e dei palpiti del nostro essere.


Nei poemi di Laura e Silvano c’è una magia di luce, che lenisce ogni deserto e ogni angoscia, con l’amore, il dito puntato sulla verità,

 

attraverso la voce del silenzio, la quale ci ricorda che “tutti gli uomini sono fratelli”.


Lassù, ci appare il colore delle stelle, nella libertà del cielo. E anche se restiamo confusi, un alone di nostalgia di pellegrini ci salva per sempre,

 

conducendoci all’oltre-luogo, il nostro luogo, nel corso meraviglioso della nostra vita, ieri, oggi e domani."


(Giovanni Dotoli, Università di Bari, 25 maggio 2009)

 

 

 

 

 

Presentato a Parigi al 3ème Festival International de la Poésie

 

      

 

 

 

 

In vetrina a Parigi

 

 

 

 

 

 

 

Presentato a Ceccano dall'Associazione Culturale Fabraterni

 

presso il Centro Studi Tolerus (7 aprile 2010)

 

 

  

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

...per strada Scifelli...

 

 

 

Ipe Editore

 

 

Frosinone, 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 ISBN 978-88-903253-1-1

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Presentato a Ceccano dall'Associazione Culturale Fabraterni

 

presso l'Auditorium della Mediateca

 

21 febbraio 2009

 

 

      

 

 

 

   

 

 

 

 

 

 

1° PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA

 

"Cesare Pascarella"

 

 

Prima Edizione - Sezione "Scrittori e Poeti"

 

Fontana Liri – 30 maggio 2009

 

 

"quale riconoscimento alla sua attività poetica

 

e al suo costante impegno nella diffusione della cultura della solidarietà a livello mondiale"

 

 

    

 

 

 

 

 

Il Sindaco di Fontana Liri e gli  altri ospiti

 

 

 

 

Scuola Media Supino

 

Il Preside, prof. Michele Incelli, consegna, al termine dell'incontro con gli studenti, un

 

attestato di benemerenza

 

"quale poeta e scrittore, espressione toccante della terra ciociara

 

e dell'anelito vibrante alla conservazione della purezza primigenia del creato"

 

 

      

 

27 febbraio 2009

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Trifoi in piatra

 

 

 

 

 

con Vincenzo Bianchi e Ion Deaconescu

 

 

Editura Europa

 

Craiova, 2008

 

 

 ISBN 978-973-1874-06-7

 

Traduzione in lingua rumena di alcune poesie da diverse raccolte.

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

Timpul de piatra

 

 

 

 

 

 

Editura Europa

 

Craiova, 2008

 

 

 

 

 

 

 ISBN 978-973-1874-09-8

 

Traduzione in lingua rumena della raccolta "Pietre in silenzio".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"La poésie de Silvano Gallon est une lecon de morale: l'experience de l'émotion révèle toujours l'histoire

 

de l'inquietude interieure et la dissolation du soi en face du Temps et du neant.

 

Si le temps c'est transforme et transofrme nous meme dans une illumination qui se révellé à la puissance de l'absurde,

 

les métamorphoses de la pierre accèdent à  la transparence et à la vivacité des memoires,

 

qui symbolise vitalité et l'appetit d'ètre. Noeud de significations contraires, la pierre de la poesie de Gallon oscille

 

 entre chute du temps et l'espoir de la rpesent, parce que la cohérence de l'existence n'est pas logique,

 

mais spirituelle, peut-etre une reconquète du non-savoir,

 

 concentration intérieure, comunion et contemplation.

 

La pierre et le temps ont toujours occupées une place centrale dans la poésie de Gallon, comme une circulation de l'essence vitale,

 

fluide spirituel qui assure lafertilité, resurection et animation de la matière.

 

La pierre est le symbole cardinal par lequel notre civilation exprime sa double vocation: c'est l'aliment des poets, c'est à dire dialogue, communion, libération,

 

parole et silence.

 

La poésie de Gallon nous dit que nous avons echapés le Dieu à nous tous, toi et moi.

 

Nous sommes tous ses mertiers. Seule, la pierre est resté au temps et en chacun de nous, parce quel'homme doit vivre comme un Dieu.

 

L'homme travaille et connait, le Dieu créet toujours. Mais, la pierre?

 

La pierre infinite de la poésie de Gallon? L'écho au terre des hommes. Tout et Rien. Poésie portée du vent dans tout la vie. Le dernière ofrande. Peur ètre

 

l'inevitable."

 

 (Ion Deaconescu, Craiova, maggio 2008)

 

 

 

 

Presentato a San Giovanni Incarico e a Rocca d'Arce

 

13 giugno 2008

 

 

   

 

  

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Pietre in Silenzio

 

 

 

 

 

 

 

Ipe Editore

 

Frosinone, 2007

 

 

 

 

 

 

 ISBN 978-88-903253-0-4

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PREMIO GIORNALISTICO INTERNAZIONALE INARS CIOCIARIA

 

 

Settima Edizione - Sezione "Scrittori e Poeti"

 

Frosinone – Palazzo Amministrazione provinciale – 12 dicembre 2008

 

 

"A Silvano Gallon ciociaro di Frosinone che, dopo trenta anni vissuti all'estero quale dipendente del Ministero degli Esteri,

 

tornato a vivere sulle sue colline ha ripreso il filo della memoria tessendo una rete poetica di immagini e ricordi

 

che parlano nelle "Pietre in Silenzio" dedicato a coloro che accompagnano ... a coloro che sorridono... a coloro che abbracciano; ... "

 

 

 

   

 

 

 

 

XXXII PREMIO INTERNAZIONALE EMIGRAZIONE

 

 

Sezione poesia edita “tema emigrazione”

 

Pratola Peligna – Teatro Comunale – 27 settembre 2008

 

Motivazione a cura della prof. Vittoriano Esposito

 

3° Premio: Silvano Gallon (Ceccano) , “Pietre in Silenzio”:

 

 

"... con varie sillogi di poesia, intesa sempre come sincera testimonianza di vicende vissute, senza elucubrazioni sofisticate:

 

stile moderno, il suo, ma piano e agile, privo di eccessi analogici e simbolici.

 

Con l'ultima silloge, Pietre in silenzio (2007), Gallon riunisce venti poesie che, in un linguaggio scarno eppur incisivo,

 

abbraccia le "pietre infinite" della vita, custodite col "respiro dei ricordi"

 

 

  

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Infinito Cammino

 

 

 

 

 

 

 

Fara Editore

 

Sant'Arcangelo di Romagna, 2006

 

 

 

 

 

 

 

 ISBN 888-78089-9-6

 

 

 

 

 

 

 

 

XXX PREMIO INTERNAZIONALE EMIGRAZIONE

 

 

Sezione poesia edita “tema emigrazione”

 

Pratola Peligna – Teatro Comunale – 23 settembre 2006

 

Motivazione della prof.ssa Liliana Biondi.

 

1° Premio: Silvano Gallon (Ceccano) , “Infinito Cammino”,

 

Sant’Arcangelo di Romagna, Fara Editore, 2006:

 

 

"I versi dell’Infinito Cammino di Silvano Gallon hanno sapore di vita vissuta, di occhi che hanno guardato, di orecchi che hanno udito, di mani che hanno

 

operato, ma soprattutto di una mente e di un cuore che hanno accompagnato gli slanci sensoriali. “Ricordi” / "Sentimenti”,

 

 le due parole che, da sole, costituiscono i primi due versi della prima poesia, Emigrazione, e della silloge medesima, sono in realtà protagoniste mai disgiunte

 

nella silloge: ricordi di amici scomparsi, di affetti, di remoti luoghi patri evocati da realtà simili rinvenute in luoghi

 

 lontani dove, identici, si nutrono sentimenti, sofferenze, speranze. I versi, talvolta brevissimi, anche di una sola parola, sempre sintatticamente conchiusi,

 

il procedimento stilistico paratattico, l’anafora proiettano il lettore nella stessa dimensione di gusto e di attesa

 

 del poeta viandante idilliaco."

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Cartoncini / Snazi

 

 

 

 

 

 

 

 

Società Dante Alighieri Skopje

 

Centro Culturale Italiano di Macedonia

 

SDA, Skopje, 2003

 

 

 ISBN 9989-9552-4-7

 

 

 

 

 

 

 

 

Presentato a Skopje, al Café Roma-Parigi

 

settembre 2003

 

 

 

L'Ambasciatore d'Italia a Skopje Giorgio Marini

 

ed il Presidente della Dante Alighieri di Skopje Comm. Borsi Visinski

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

Segnatamente

 

 

 

 

 

 

20 Poesie di un Eremo

 

 

Akkad Editore

 

 

Frosinone, 2003

 

 

 

 

 

 

"C’è un pullulare intenso di sentimenti, sotto, buoni, un po’ nostalgici e forti, che hanno sempre arricchito il mondo interiore del nostro “Poeta”.

 

Poesia poi che per me, con la Rivelazione, è l’unica capace di dire l’indicibile, l’aldilà del tram-tram quotidiano,

 

di parlarci sommessamente, quasi in silenzio,

 

del mistero che siamo, di quello che ci sovrasta, nel quale ci muoviamo.

 

La “poesia” di Silvano – lo scrive lui stesso – è quindi proprio “un omaggio ai Poeti”: mi hanno accompagnato, - attesta l’Autore – mi hanno soccorso,

 

mi hanno allietato”. Com’è vero anche per me!

 

Ma c’è un altro motivo che mi ha spinto ad accedere al desiderio di Silvano, vale a dire il suo forte senso di essere un migrante, un “pellegrino in terra,

 

quell’errante alla ricerca costante della patria vera, senza passaporto, senza documento, senza diritti inspiegabilmente negati”.

 

Orbene il Segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, che sono, il quale si occupa dei settori migranti, rifugiati,

 

nomadi, circensi, lunaparkisti, turisti, pellegrini,

 

 gente di mare, di aeroporto e di volo, di strada e studenti esteri, non può che apprezzare il “senso” del migrante, del pellegrino, dell’errante nelle “poesie” di Silvano.

 

E’ il marchio di fabbrica che indica l’essere noi tutti fatti per Dio per cui “inquieto è il nostro cuore finché non riposa in Lui” (S. Agostino, Confessioni)."

 

(+ Agostino Marchetto,   Arcivescovo)





 

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